....15 anni di indagini per conto di oltre venti Procure d’Italia, centinaia di casi trattati su reati di truffe informatiche, pedopornografia, omicidi, suicidi, hanno fatto di me un uomo consapevole di una certezza, un unico filo conduttore che molto spesso porta o agevola certi comportamenti dei nostri ragazzi: I genitori.

Non me ne voglia chi è genitore, io lo sono di tre figli, ma mi assumo la responsabilità che ne deriva dall’essere sempre fuori casa, poco presenti.

Genitori, i figli devono essere seguiti, devono sentirsi amati, apprezzati, compresi. Non ci vogliono ore al giorno per consolidare un rapporto con loro, è sufficiente pesare la qualità del tempo che dedichiamo a loro.

Pochi minuti, mirati a parlare di loro e sentire le loro preoccupazioni, scambiare idee, spiegare i rischi e anche le nostre preoccupazioni li faranno sentire amati.

Il Blu whale! Ed ecco che dopo il cyberbullismo, passiamo ad un nuovo fenomeno, un “gioco”, se tale può essere definito, in cui vinti e vincitori sono gli stessi protagonisti.

Vinti dalla voglia di emergere, vinti perché entrati a far parte del meccanismo diabolico del mondo virtuale che detta regole, che manipola la vita delle persone più vulnerabili trasportandole in uno spazio inesistente dalle conseguenze, però, vere e tragiche oltre modo.

Vinti, vinti dal sistema, vinti da quello che oramai regna nella vita di tutti, soprattutto in quella dei nostri figli, “i social”!

Vincitori, perché il protagonista vince il premio: la morte come soluzione ad una sofferenza di 50 giorni durante i quali, come un burattino e il suo burattinaio, i fili sono mossi dietro le quinte, nell’ombra, dal cosiddetto “curatore”, colui che indica la strada, fornisce le regole e si accerta che vengano attuate.

Sorge in tutto questo un interrogativo non di poca rilevanza, i genitori, per 10, 20, 30, 50 giorni dove sono?

Come è possibile che un ragazzo con un’immane sofferenza addosso, tagli evidenti nel corpo, visibili stati di calo fisico e psicologico, inappetenza, non è notato da un genitore. Cosa fa tutto il giorno con un cellulare in mano o davanti ad un computer un ragazzo di 10,11, 13 o più anni?

Siamo sempre a ribadire gli stessi problemi e stessi principi. Il cellulare come mezzo di comunicazione non può rappresentare la sostituzione della presenza di un genitore, non può essere possibile che un ragazzo di 10 anni abbia un cellulare con internet attivo ovunque e sempre. Chi controlla i rischi che corre quel ragazzo? Chi ?

Ma smettetela di delegare la vostra responsabilità genitoriale ad una scuola, uno sport, un’apparecchio informatico. Ponete limiti, stabilite regole, fatevi rispettare cari genitori. Ora basta scendere a compromessi in un rapporto di pseudo amicizia con i nostri figli, ci sono ruoli, devono essere rispettati. Non interveniamo quando è tardi, giochiamo d’anticipo, di prevenzione, parliamo con i nostri figli del marciume di questo mondo e del dolore che può portare a subire a chi non è attento. Non abbiate paura di parlare di tutto con i vostri figli, ma distanti, come maestro e alunno. Le scuole, le istituzioni, le varie associazioni di volontariato, presenti oramai da anni nelle scuole, organizzano spesso riunioni con i genitori per trattare gli argomenti che gli stessi vostri figli hanno affrontato a scuola, Voi dove eravate? Eravate presenti?

Ieri sono stato in una scuola e dopo un percorso di incontri durante i quali sono stato con circa 320 ragazzi, la sera c’erano 40 genitori. Non dico due genitori per ragazzo, ma uno ce lo mettiamo? E quindi 320 ragazzi, 640 genitori, attenuante per la metà e sono 320, ma dimezziamoli ancora del 50% e siamo a 150 genitori…NON ci sono! Ma, nel meccanismo di disimpegno morale, se succede qualcosa a loro, la colpa sarà dei professori, dirigenti, istituzioni…Non sono d’accordo.

A soli 10 anni, il telefono ad un bambino di 10 anni, è come mettergli un arma carica in mano, può tutto, far male o uccidersi.

Si sentirebbe altrimenti diverso a non averlo? Io preferisco una figlia o un figlio vivo e apparentemente emarginato che fico, alla moda ma esposto a rischi!

Blue whale? Io direi: si, ma genitori, occhi aperti! Sempre!

La vita è troppo bella per non essere vissuta.